
Quella volta io e il Grend avevamo appena concluso una fruttuosa transazione su Vulpia 5. Adoravamo fare affari con i Vulpiani sempre onesti e corretti, ma allo stesso tempo generosi e puntuali nei pagamenti se erano soddisfatti dalla merce.
In quel caso si trattava di rompicapi lavorati a mano dalla radice di Rubikola. Gongolavano come matti quando riuscivano a far scaturire effluvi profumati dai cubi ogniqualvolta azzeccavano una delle 127 combinazioni possibili. Tutti i vulpiani che avevamo conosciuto erano persone squisite, perlopiù intelligenti colti e sensibili.
Il pianeta Vulpia riflette bene l’indole pacifica dei suoi abitanti: è ben organizzato ma piacevole come un luogo di vacanza, con tanti parchi e architettura raffinata. Le città non sono per nulla caotiche come le altre metropoli della galassia grazie all’accurata progettazione. Cosa più unica che rara, non esiste in quel popolo umanoide il concetto di corruzione. Uno potrebbe pensare che Vulpia sia un posto straordinariamente noioso, ma non è così: ci sono tanti spettacoli, musica di ottimo livello e splendidi musei ricchi di arte e di storia.
Leggendo l’elenco dei luoghi da visitare nel terminale-palmare-usa-e-getta che l’ufficio turistico di Vulpia regala a tutti i visitatori, rimasi incuriosito da quello che veniva definito “Museo della Stupidità” e domandai delucidazioni al nostro contatto vulpiano, Forbius Cumex :
– Mmmm, non so quanto possa interessare a visitatori stranieri. Noi vulpiani manteniamo in vita quella struttura esclusivamente per scopi educativi, giusto per far conoscere ai nostri piccoli faccende obsolete come la guerra, lo sfruttamento e la superstizione. Tutte perversioni che la società vulpiana ha lasciato alle spalle da tempo.
– Bisogna ammettere che qui su Vulpia siete riusciti a creare un paradiso. – commentò il Grend – Avete avuto molta fortuna. Ci sono tante civiltà che non ne hanno avuto e si sono estinte.
– Non si tratta di fortuna. Anche Vulpia duemila anni fa era nelle stesse condizioni di molti pianeti semi-civilizzati, come Terra agli inizi del ventunesimo secolo. Poi ci fu l’avvento di Foxius Urpex, il grande Delegificatore, una figura leggendaria che riprese in mano il mastodontico corpo legislativo di Vulpia e modificò la struttura amministrativa del pianeta.
Innanzitutto creò il Ministero della Pianificazione Parallela per l’Armonioso Sviluppo Sociale. Era un ministero nel quale gli stipendi erano altissimi, le prestigiose sedi erano meravigliosamente decorate, mentre i suoi funzionari godevano di vergognosi privilegi (trasferibili esclusivamente tramite meccanismi nepotistici). Ostentavano divise di una eleganza ricercata e andavano in giro solo con veicoli decorati in oro e platino. Ogni settimana avevano diritto a ampi spazi di comunicazione sui mass-media e loro ne abusavano per mostrare la loro arrogante opulenza. L’unica loro cruccio era era che non decidevano nulla riguardo alla vita dei Vulpiani.
Tutti i decreti, gli editti, disegni legge emanati da questo ministero non passavano mai attraverso il severo vaglio del Sommo Istituto Costituzionale perché venivano considerati contraddittori, inapplicabili se non apertamente dannosi per la vita dei cittadini Vulpiani.
Perciò, nonostante il posto del Ministro per la Pianificazione Parallela per l’Armonioso Sviluppo Sociale fosse ambito per il lauto stipendio e per la strabiliante lista di privilegi che comportava, tutti coloro che si insediavano nei sontuosi uffici, si crucciavano per il fatto di non poter contribuire al miglioramento della vita dei vulpiani con le loro brillanti idee.
Quando le leggi sul “perfezionamento” dei libri di storia epurandoli dalle parti più deprimenti del passato vulpiano, furono rigettate per l’ennesima volta dal Sommo Istituto Costituzionale, si passò ad un aperto conflitto istituzionale.
Su tutti i media – nei quali i membri del MinPianParArmSvilSoc avevano libero e continuativo accesso – si scatenò una campagna contro il Sommo Istituto Costituzionale che fu accusato di immobilismo, di fossilizzazione, di antimodernismo e persino di stupidità. Molti parteggiarono per il MinPianParArmSvilSoc e vi furono parecchie manifestazioni contro gli “stupidi parrucconi togati” che impedivano l’evoluzione sociale verso l’auspicata modernità di Vulpia.
Il clima sociale e politico si riscaldò, il Ministro della Pianificazione Parallela ecc.ecc. giudicò opportuno fare il passo decisivo: come provocazione, presentò un disegno di legge che, con sua grande sorpresa, fu immediatamente approvato dall’assemblea Vulpiana senza obiezioni di sorta.
Questo disegno di legge nonostante la sua forma contorta e bizantina prevedeva in sostanza una depenalizzazione di certi reati, tra i quali l’assassinio se perpetrato nei confronti di alcuni soggetti definiti nel testo come “coloro che abbiano dato prova certa di stupidità in pubblico reiteratamente o dei quali sia comprovata scientificamente l’attitudine a danneggiare il prossimo con la propria stupidità”.
– Non esattamente una legge tollerante e democratica.- osservai dubbioso.
– Che però diede immediatamente prova della sua efficacia quando vennero pubblicati i criteri di assunzione del personale e dei dirigenti del Ministero per la Pianificazione Parallela per l’Armonioso Sviluppo Sociale.
Infatti, grazie alla lungimiranza di Foxius Urpex (il grande Delegificatore) si venne a scoprire che l’istituzione del Ministero mirava a neutralizzare la stupidità umana in campo decisionale, perciò si veniva selezionati solo dopo test che comprovavano scientificamente che si era arroganti, vanesi, inetti e indiscutibilmente stupidi. La stolida arroganza dei funzionari del Ministero per quanto fine a se stessa aveva suscitato un profondo rancore tra la popolazione perciò fu un vero e proprio massacro.
– Immagino… -constatò il Grend- Ma ovviamente, dopo il bagno di sangue, la legge fu abrogata.
– Assolutamente no,- disse sorridendo Forbius
– La legge è tutt’ora in vigore.
Rabbrividii al pensiero, ecco cosa si nascondeva sotto la perfetta società vulpiana: uno sistematico sterminio di tutti coloro che venivano considerati “stupidi” secondo i criteri vigenti.
– Riesco ad immaginare cosa state pensando, in realtà è da moltissimo tempo che nessuno viene più ucciso a causa di questa legge. – ci rassicurò Forbius
– Avete finito gli stupidi? – domandò il Grend sarcastico.
– No. Come in tutti i luoghi dell’universo anche noi abbiamo la nostra percentuale di stupidità. Solo che lo stupido su Vulpia ha imparato a non mettersi in mostra: non crea stupidamente pericolo per se stesso e gli altri (spesso evita persino di prendere la patente per non essere scoperto), non va a votare perché bisogna superare un esame di non-stupidità. Rispetta le leggi, ma soprattutto non esprime la sua opinione in pubblico e non si sente legittimato a farlo perché altri stupidi alzano la voce esprimendo il suo stesso pensiero. Su Vulpia lo stupido s’è fatto più furbo.