Intervista a Forevera Books
(Il leggendario editore Ugo Gernsback con la sua invenzione per fuggire dalle distrazioni: “the Isolator”)
D: Cosa vi ha spinto a fondare Forevera Books e perché la fantascienza?
R: È stato come nei film di evasioni. Hai presente? Quelli dove il protagonista si annota i turni delle guardie, i passaggi dei riflettori, i punti deboli della prigione.
In quelle storie c’è sempre quello che ha progettato l’evasione impossibile. D’un tratto, arriva l’opportunità, qualcosa cambia nel carcere, nel contesto, negli orari e la mattina dopo c’è la sua cella vuota. Così è stato per Forevera Books. Prima non c’era, poi ecco il tunnel che attraversa un muro e spunta chissà dove.
La fantascienza faceva parte del piano fin dall’inizio. A ripensarci una metafora perfetta: in fondo la fantascienza è da sempre considerata genere d’evasione; la fantascienza come strumento di fuga dalle convenzioni e dai luoghi comuni. Fuga per lettori e autori. Fuga da uno stile, fuga da un genere, fuga dalle aspettative degli editori, fuga da un protagonista ingombrante, fuga da realtà troppo banali.
Ecco, Forevera Books nasce come un consapevole strumento di evasione e di esplorazione. Di fuga e liberazione.
(Chissà perché tante storie di fantascienza parlano di una fuga?)
D: Va bene la fantascienza, visto che ora è anche di moda. Ma quale fantascienza?
R: La “fantascienza” per molti è stato un genere “popolare”, inteso come senza pretese, spesso associato alla fiaba e guardato con sospetto: le fiabe, come sanno tutti sono per ragazzini o per le persone semplici.
Ho la sensazione che nel resto del mondo l’approccio sia differente, penso all’ipotesi di un futuro distopico come Infinite Jest di David Foster Wallace o l’ucronia di Philip Roth ne Il complotto contro l’America, oppure Zero K di Don De Lillo, per non parlare di 1Q84 di Murakami o Non lasciarmi di Ishiguro (che, evidentemente ha trovato congeniale il genere e ha pubblicato Klara e il Sole). Si possono poi citare giganti della letteratura come Borges, Dino Buzzati e Calvino. Ognuno di questi autori ha usato il fantastico per i propri scopi. Nonostante siano narrazioni mirabili sono spesso considerate come bizzarrie, tollerate da un mondo letterario altrimenti non amichevole per chi abbandona il realismo.
Però lo strumento del fantastico è un’invenzione più antica della catalogazione in generi ed è sempre stato legato alla letteratura. In fondo l’Odissea, a suo tempo, fu un’opera di fantascienza (considerando come l’arte della navigazione fosse la scienza più importante dell’epoca), e come più tardi lo fu anche La Divina Commedia di Dante(dove la scienza era la teologia medievale).
Forevera Book propone la fantascienza come dovrebbe essere: un contenitore senza confini, aperto alle idee e all’invenzione; uno spunto per riflettere sul presente, sul futuro, su quello che ci riserva la scienza e sulle sue conseguenze. O uno splendido pretesto per creare divertenti divagazioni dalla realtà.
(fughe di grandi autori nella fantascienza)
D: I vostri autori: perché scelgono Forevera Books?
R: Se Forevera Books ha il potenziale per diventare uno strumento d’evasione per i lettori a maggior ragione lo sarà anche per gli autori. Per loro può essere l’opportunità di esprimersi al di fuori degli schemi e le aspettative nei quali spesso rimangono impigliati. Dentro illustri cassetti prendono polvere ottimi manoscritti, spesso respinti perché non in linea con altre opere dello stesso autore o a causa di diverse scelte editoriali, o come viene detto spesso perché non c’è “un pubblico di riferimento”. Spesso significa solo che sono romanzi di fantascienza.
Forevera Books offre una soluzione: la creazione di alter-ego ai suoi autori in modo che si possano esprimere in una forma letteraria senza vincoli. Le vicende dei nostri autori reali o fittizi, le loro biografie, i loro contributi nel sito internet (racconti e altro), l’interazione tra loro, diventano anch’essi una forma di narrazione meta-letteraria.
(Autori in fuga dalle proprie identità: James Tiptree Jr. è in realtà Alice Bradley Sheldon, Mark Twain è Samuel Langhorne Clemens. Kilgore Trout è Kurt Vonnegut, Lewis Carroll è Charles Lutwidge Dodgson, Richard Bachman è Stephen King, Robert Rainbell è Roberta Rambelli.)
D: Molto spazio è dedicato ai ragazzi. Tra l’altro secondo i dati Istat degli ultimi anni è proprio nella fascia di età 11-14 anni che si legge di più, soprattutto se i genitori sono lettori. Che tipo di letture possono catturare i ragazzi in questo momento (e contribuire a staccarli dal loro cellulare o gioco online)?
R: Rovescio la domanda: perché staccarli dal loro cellulare? Con l’idea che il libro debba essere fatto solo in modo tradizionali si è persa una moltitudine di lettori. Penso a quelli che escono di corsa e l’unico oggetto che portano con sé è lo smartphone, penso agli studenti stipati nei mezzi pubblici con gli occhi persi su uno schermo per sfuggire da una presente spesso sgradevole. Sono loro i potenziali lettori. Persone alla ricerca, di una fuga momentanea. La loro uscita di sicurezza potrebbe essere una storia, invece che la solita scia di banalità e cattiveria gratuita di un social network.
Forevera Books offre fin dall’inizio le sue pubblicazioni in forma di ebook, o online tramite le pagine del nostro sito www.forevera.net , supporti digitali che offrono infinite possibilità. Grazie al supporto elettronico le illustrazioni di un ebook possono prendere vita e diventare animazioni, o come nel caso della realtà aumentata, oggetti virtuali da esplorare da tutte le angolazioni. Immagino un’astronave descritta nella storia prendere vita e diventare un oggetto quasi reale nel telefonino del giovane lettore. Forevera Books nasce anche per fare esperimenti, per trovare nuove strade, per esplorare con curiosità le nuove tecnologie.
D: Cosa vi aspettate dalla fantascienza prossima ventura?
R: Bella domanda, già ragionarci sopra è fantascienza. In realtà conta molto il gusto personale, per quanto mi riguarda preferisco gli incubi realistici, i sogni lucidi, le speculazioni però con una base scientifica. Mi piace l’ironia, ma non quando si trasforma in una farsa con astronavi e caricature di alieni. O, almeno, non mi attira più tanto.
La verità è che siamo a caccia di idee nuove anche e non solo dal punto di vista stilistico.
Forse siamo dei nostalgici e ci piace ricordare un tempo dove era importante il “Senso del Meraviglioso” che Hugo Gernsback pretendeva dai suoi autori. Siamo alla ricerca di storie sorprendenti e spiazzanti, racconti che costringano a leggere un libro tutto d’un fiato e a ragionarci dopo. Storie che lanciano una sfida al lettore anche dopo aver letto l’ultima pagina. Nella prossima fantascienza ci piacerebbero storie così. Magari con meno viaggi nel tempo usati per risolvere trame rabberciate.
D: Interessante. Come si fa a partecipare a questo progetto? Chiedo per un amico.
R: Accettiamo da sempre e con piacere i manoscritti di nuovi autori. Siamo curiosi e crediamo in loro.
Siamo disposti a prendere in considerazione anche romanzi fantasy, preferibilmente con qualche argomentazione razionale che spieghi incantesimi e draghi (penso a Jack Vance con il suo “I signori dei draghi”, o a certe cose di Clifford Simak).
Un’ultima condizione: prima di inviare il manoscritto chiediamo sempre ai nostri autori di accompagnarlo con un racconto breve, al massimo un paio di cartelle. È un piccolo esame di ammissione che tutti i nostri autori hanno accettato di buon grado ma con ottimi risultati.