La Verità – l’astronave più avanzata della Terra, da anni in prossimità dell’orizzonte degli eventi del buco nero –  si apprestò al viaggio di rientro.
I suoi computer avevano raccolto i dati e finalmente calcolato l’equazione dell’origine dell’universo.
F. ed E., gli unici due passeggeri si prepararono alla procedura di rientro sulla Terra. F. era eccitato:

«Abbiamo la risposta sull’origine dell’universo! Sappiamo come evolverà e come finirà!
Al nostro ritorno finiremo direttamente nell’Olimpo della scienza! Non sei elettrizzata? Erigeranno le nostre statue e i bambini verranno battezzati con i nostri nomi. Dobbiamo festeggiare abbiamo ancora quella bottiglia di Grand Constance di trecento anni che ci regalarono alla partenza!»

E. non sembrava dello stesso avviso, sbottò aspra: «Festeggiare? Per cosa? Per aver trovato il segreto dell’universo?»

«Sì! Con la nuova costante universale non ci saranno più dubbi! Ora ci sono le prove sperimentali: la bolla dell’universo si espanderà finché la costante non le imporrà di ricadere indietro e tutto potrà ricominciare da capo. Un ciclo di 15 miliardi di anni sempre uguale! Grazie a una serie di pazzesche coincidenze che non si ripeteranno mai più, abbiamo dedotto la teoria che s’è poi dimostrata vera negli esperimenti: ora sappiamo cosa succede nei buchi neri e nel loro opposto. Ricordi quando dimostrammo che tutto funzionava? Sembravamo Eva e Adamo nell’Eden, ci divertivamo a dare i nomi più buffi a ogni nuova scoperta.»

«Le nostre informazioni serviranno a qualcosa? Qualcuno le userà per il bene dell’uomo? Ti dico io come finirà! A far iniziare tutto sarà comunque un dio. Chiameranno la nostra costante col nome che più fa loro comodo. Scegli tu quale: Dio, Allah, Visnù o Zeus. Per altri saremo solo il solito inganno. E per altri ancora – e questi sono i miei preferiti – avremo sprecato risorse utili a sfamare milioni di persone.

E. guardò F. con aria mesta:

«La verità è questa: abbiamo la risposta, ma solo a pochi interesserà. A cosa serve entrare nell’Olimpo degli scienziati morti? A cosa serviranno statue e targhe che verranno coperte dagli escrementi degli uccelli. Migliaia di bambini verranno battezzati con i nostro nomi? Presto dimenticheranno perché. Il nostro destino è essere eroi per qualche giorno, magari per qualche mese. Dai più saremo considerati degli stupidi che hanno perso tempo dietro una teoria astrusa.  Saremo fortunati se non verremo trattati come una streghe da bruciare sul rogo per aver distrutto tante carriere scientifiche. Pensa al povero Galileo costretto ad abiurare in una cella. A volte penso anch’io che abbiamo buttato la nostra vita!»

E. rimase attonita davanti alla durezza delle sue stesse parole. Sembrava sul punto di piangere

F. la guardò con dolcezza:

 «Per quanto mi riguarda non ho buttato via nulla. Insieme abbiamo vissuto nell’Eden. Un giardino fatto di scienza, di brillanti equazioni e di teorie strabilianti. Sono stato dove ho voluto essere. E tu sei stata sempre con me.»

Si avvicinò a lei e la guardò negli occhi:

«Forse la vera risposta è questa: non un’astrusa costante, ma il fatto che è stato un viaggio meraviglioso.»

F. attivò il comando finale per la procedura di ritorno. Entro mezz’ora i motori avrebbero accumulato abbastanza energia per compiere il balzo verso casa.  Casa? Sorrise amaro: E. aveva ragione,  la cacciata dall’Eden era iniziata, si tornava sulla Terra.

Lui prese le mani di E. e dichiarò: «Vado a preparare i tramezzini e a prendere i bicchieri.»

A un tratto dalla cambusa venne la voce di lui:

«E se non lo facessimo?»

«Non lo facessimo cosa?»

«Ho appena avuto un’idea.»

Qualche settimana più tardi il satellite di collegamento in prossimità della Terra ricevette il messaggio dalla Verità e lo riverberò verso tutte le stazioni riceventi.

“Qui è la nave Verità. Abbiamo deciso che non faremo ritorno. L’umanità non è ancora pronta per le scoperte che abbiamo fatto. Non venite a cercarci.”

Il laconico messaggio scatenò la rabbia sulla Terra. I due fuggitivi diventarono dei fuorilegge, degli imbroglioni, degli eretici, dei truffatori che avevano sciupato risorse che potevano essere usate per sfamare milioni di persone. Ma, allo stesso tempo, quella profonda indignazione provocò una rivoluzione scientifica e la più grande espansione spaziale della specie umana, da quel giorno sempre a caccia di quella risposta che le era stata negata.

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Jabbafar

Laureato in economia e commercio, dopo essere stato per anni al vertice della catena alimentare, abbandona tutto per arruolarsi nella Grande Armée de l’Espace. In breve tempo raggiunge il grado di Maresciallo e il comando della U.S.S Napoléon con cui progetta la conquista di nuovi mondi.

6 Comments

  1. Il racconto è bello (anche se ho una sensazione di deja vu). Dubito però che Jabbafar conquisterà un bel nulla, finché ci sarà C.P. in giro.

  2. Allora, a chi mando la lista delle correzioni non effettuate? Perché qualcosa è stato sistemato, ma qualcosa è stato bellamente ignorato (e niente deve restare impunito, tipo quell’ “e elaborato”, letteralmente inguardabile; o “Dobbiamo festeggiare [virgola o due punti o punto esclamativo, a seconda] abbiamo ancora quella bottiglia di Grand Constance “; o “*Abbiamo* le risposte e tutto grazie a una teoria che *abbiamo* intuito”, che grava nelle orecchie; o… Perché quello sguardo, Jabbafar? Lo faccio per te: metti giù il bastone, dai – no, aspetta, c’è un equivoco: non sulla mia testa… ).

  3. [editing eseguito, mon capitaine]

  4. L’idea dei due esuli è molto buona, andrebbe sviluppata.

  5. Fa anche ridere perché dall’astronave che si chiama “La Verità” alla fine arriva una bugia

  6. Fa ridere perché forse quella teoria è vera https://i.imgur.com/UEXkp2t.jpg

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